venerdì 22 aprile 2022
Lettera aperta a te, wedding planner di domani
Negli ultimi giorni è quasi esploso un caso per alcune dichiarazione dello chef Alessandro Borghese, che lamentava la sua difficoltà nel trovare nuovi dipendenti perché, a suo dire, non erano disposti a lavorare nel fine settimana. Da lì una serie di commenti e riflessioni, con testimonianze – a mezzo social – di ambienti di lavoro alienanti e incompatibili con la vita privata.
Non posso sapere né se Borghese abbia torto o ragione, non conosco quel settore e le sue dinamiche, né posso dubitare delle difficoltà nel mondo del lavoro. Non tutte le aziende sono attente ai bisogni dei dipendenti, non tutti i capi sono esseri illuminati. Io stessa ho avuto un assaggio di quel mondo amaro, che è stato uno dei motivi che mi ha portato ad andarmene sbattendo la porta e decidere di fare da sola.
Ed è di questo che ti voglio parlare.
Mi confronto con tante di voi, che desiderate diventare wedding planner o state già muovendo i primi passi in questo mondo che appare fatato.
Non fraintendermi, io adoro il mio lavoro e sono felice di quello che faccio, ma non è sempre tutto rose e fiori, come si suol dire. Ed è importante che tu questo lo sappia!
Indago spesso sulle vostre motivazioni e mi rendo conte che spesso siete spinte da un desiderio di fuga rispetto a qualcosa che non vi piace piuttosto che attirate da un lavoro in cui far fiorire il vostro talento.
E' un lavoro che ti porterà ad avere orari strani, diversi da quelli dei tuoi amici, diversi da quelli del tuo compagno forse, l'estate sarà dedicata ai matrimoni, scordatele due settimane di ferie consecutive. Anche i fine settimana non saranno tutti per te e la tua famiglia.
E quando si inizia è dura, le entrate non saranno regolari come con un lavoro da dipendente – che non ti consiglio di abbandonare da un giorno all'altro – e dovrai imparare a gestire il tuo denaro in modo diverso perché avrai delle cose chiamate tasse da pagare e questo ti sembrerà inconcepibile.
Non è stato facile nemmeno per me, una volta sbattuta la porta ci ho messo un anno a rimettermi in piedi e a capire cosa volevo fare. Da lì a vedere le cose funzionare sul serio sono passati anni, durante i quali di sacrifici ne ho fatti, eccome!
Niente vacanze, niente cambio auto, niente location-meraviglia quando mi sono sposata. E la casa che i miei amici hanno acquistato mentre io mettevo online il mio primo, primordiale sito web, l'ho acquistata solo tre anni fa.
E ho sopportato sguardi carichi di compassione, critiche non celate, domeniche intere attaccata al pc perché credevo in quello che facevo ed ero convinta che ne valesse la pena.
Rimango di sasso quando sento storie di ragazzi che non vogliono lavorare il fine settimana perché per me il weekend, così come l'estate, è stato lavorativo fin da quando avevo 17 anni e la fatica non mi ha mai spaventata.
Penso che chi rifiuta un lavoro (parlo di lavoro onesto e retribuito) forse non ne ha nemmeno così tanto bisogno, a me nessuno avrebbe mai pagato le spese per l'Università quindi avevo un'unica strada da percorrere. Nessuno poteva darmi il lavoro che volevo e quindi me lo sono costruita con le mie mani, con fatica, alti e bassi, delusioni e tutto quello che ci sta attorno.
Io sono qui per aprirti le porte della mia formazione nel modo più trasparente e concreto possibile, ma se è la fatica che non vuoi allora preparati a scoprire che questo lavoro è tutt'altro che leggiadro e che da noi ci si aspetta una consulenza seria, approfondita, puntuale.
E per arrivare lì bisogna iniziare dal basso, non ci ho mai trovato nulla di male se si ha un obiettivo importante da raggiungere. E' l'eterna storia dell'uovo e della gallina in fondo, no? Ecco in questo settore la gallina arriva solo dopo tanto tanto tanto impegno su vari fronti, voglio che tu questo lo comprenda alla perfezione.
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